Nonostante il poco tempo a disposizione per l'organizzazione, la comunicazione tramite volantini e la macchinina in stile "arrotino" di lunedì sera, all'incontro pubblico di ieri hanno partecipato comunque un centinaio di persone.
Andiamo a riepilogare per gli assenti ma anche per i presenti che magari hanno perso qualche passaggio, quello che è stato detto.
Centrale Biogas
L'ultimo incontro pubblico risale al 6 luglio scorso in cui insieme ai Comitati e alle Amministazioni di Fano e Montefelcino abbiamo fatto il punto della situazione.
In quell'occasione, avendo avuto pochi giorni prima l'intera documentazione tecnica del progetto presentato a Lucrezia, abbiamo evidenziato che la richiesta di autorizzazione comunale, visto l'assetto cogenerativo e la dimensione dell'impianto, non è legittima in quanto la cogenerazione dev'essere attuale e non futura: non è pensabile costruire l'impianto in 4 mesi dicendo che l'energia termica verrà recuperata tramite una rete di teleriscaldamento per un complesso residenziale in costruzione quando, prima di un paio d'anni, quest'ultimo non sarà completato. Senza contare poi che nell'intero progetto, manca la documentazione tecnica relativa alla rete di teleriscaldamento.
Nonostante la diffida inviata al SUAP adducendo ai motivi di cui sopra, si è proceduto a convocare la Conferenza dei Servizi, confermando quindi la volontà di portare avanti l'iter autorizzativo richiesto dal proponente.
Abbiamo quindi successivamente inviato ulteriori diffide al SUAP e ai convocati nella Conferenza dei Servizi (CdS) ribadendo la nostra opinione sulla legittimità del procedimento, chiedendo comunque, nel caso in cui si fosse realmente concretizzata la Conferenza, di esprimere dissenso al rilascio dell'autorizzazione indicando anche una serie di motivazioni a cui fare riferimento.
Lo stesso Sindaco il 6 luglio davanti alla platea ha confermato la contrarietà dell'Amministrazione a questo progetto, quindi siamo sicuri che in fase di CdS verrà mantenuta la stessa coerenza dimostrata finora.
La necessità di procedere comunque tramite inviti/diffide formali è data dal fatto che qualora, per un motivo qualsiasi, dovesse essere rilasciata l'autorizzazione, questi sono gli unici documenti che consentirebbero a noi cittadini la speranza di poter presentare e vincere un eventuale ricorso al TAR.
Ieri sera abbiamo fatto anche alcune considerazioni sia di carattere generale che specifico del progetto di Lucrezia, ne riportiamo alcune.
Scendendo nel dettaglio, cito di seguito un estratto delle pagine 16/17 in cui si parla degli aspetti economici:
Da un punto di vista economico è evidente che, in genere, passando dalla destinazione alimentare a quella energetica, la convenienza economica alla coltivazione diminuisce. L'eccezione è data dalla coltivazione del sorgo che, grazie alle alte produzioni, riesce ad essere concorrenziale nei confronti delle coltivazione ad uso alimentare.
Un elemento di importanza ambientale e strategica nel quadro regionale è anche l'individuazione delle aree in cui coltivare le specie energetiche.
Potrebbero essere dedicate a queste coltivazioni delle aree cuscinetto, quali ad esempio, quelle poste ai margini di linee di transito o ai margini di installazioni industriali. In questo modo, verrebbero correttamente utilizzate aree poco idonee ad altri utilizzi quali ad esempio la produzione di derrate alimentari.
Un altro aspetto essenziale è la scelta di specie che siano bene inseriti nell'ambiente: alla collina marchigiana non si adattano coltivazioni richiedenti irrigazione (come il mais, ndr), ma spedie in grado di garantire produzioni anche in annate difficili e scarsamente umide.
Ora, com'è possibile che nel 2007 la Regione Marche dicesse che non era conveniente passare dalla produzione alimentare a quella energetica, che non era il caso di utilizzare colture energetiche richiedenti irrigazione, utilizzando in ogni caso terreni "cuscinetto" e adesso, cinque anni dopo, fanno con le mani e coi piedi per autorizzare impianti che vanno in senso opposto rispetto a queste "linee guida"?
E soprattutto come mai in Italia solo negli ultimi anni si è registrata l'impennata di impianti di questo genere?
Sarà mica perchè
grazie al Decreto Ministeriale 18 del 2008 è stata introdotta la tariffa omnicomprensiva che, rispetto ai certificati verdi, ha miracolosamente fatto diventare "economicamente vantaggiosi" (per 15 anni) questi impianti?
Preciso che
gli incentivi statali erogati per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili
vengono prelevati forzatamente dalla bolletta dell'energia elettrica che tutti noi paghiamo (indipendentemente dal gestore) e sono indicati come
componente A3, quindi siamo noi stessi ad alimentare i generosi profitti che gli imprenditori della cosiddetta "Green Economy" vedranno confluire nelle proprie tasche per 15 anni.
E dopo i 15 anni? Il GSE continuerà ugualmente a pagare l'energia prodotta ma ovviamente ad
un prezzo minore (circa 0,11€ rispetto a 0,28€), allora
impianti di questo genere saranno ancora convenienti? Forse se si è atteso "l'incentivo giusto" (dall'anno prossimo saranno ridotti, ecco il motivo della
corsa al biogas, lamentato anche dal Presidente di Slow Food Carlo Petrini), quando questo non ci sarà più l'impianto potrebbe anche essere smantellato, riconvertito o anche abbandonato.
Noi paradossalmente siamo quelli che devono correre se vogliono fare i pannelli fotovoltaici sul tetto cercando di ammortizzare in una decina d'anni il costo dell'impianto perchè ad ogni nuovo conto energia, gli incentivi dedicati vengono ridotti quando invece avrebbe più senso direzionarli in favore dell'autoconsumo.
Noi cosa possiamo saperne di questi argomenti, cosa possiamo capirne.
Il protocollo di Kyoto ci impone di
raggiungere entro il 2020 certi obiettivi e dobbiamo spingere le rinnovabili. Già, il famoso
20-20-20 significa che entro il 2020 dobbiamo ridurre del 20% il consumo energetico, produrre almeno il 20% di energia elettrica da fonti rinnovabili miste e ridurre del 20% le emissioni di gas climateranti responsabili del surriscaldamento globale.
Giustissimo!
Ma gli impianti che stanno piovendo sul nostro territorio rispondono a questi requisiti? Impatto Zero? Con migliaia di camion alimentati a benzina che transiteranno avanti e indietro per il trasporto delle biomasse e del digestato verranno ridotte le emissioni di gas serra?
"...un impianto da 1 MWe a colture energetiche occupa come minimo 300HA per produrre circa 7 GWhe/anno, che possono essere prodotti da un impianto fotovoltaico che insiste in soli 18Ha circa (valutazione con dati di irraggiamento riferiti a Pordenone). Inoltre questo tipo di colture energetiche nella catena alimentare possono essere trasformate in carne per sfamare circa 7000 persone. Ciò imporrebbe di decentrare altrove le colture, creando un danno su scala globale, con il potenziale ulteriore danno di utilizzo di prodotti OGM.Occorre poi annotare che, in assenza di regolamentazione del settore, entro il 2020 l’Italia potrebbe diventare il quarto produttore in Europa di gas-serra legati ai biocarburanti, con una produzione di emissioni che potrà variare dai 2,6 ai 5,2 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Questa tecnologia rischia infatti di essere fino al 167% più inquinante dei combustibili fossili che si intende sostituire. I guasti ambientali sarebbero dovuti innanzitutto alle grandi quantità di fertilizzanti chimici utilizzati nelle monoculture ed al massiccio uso di energia nelle fasi di trasformazione. Inoltre i prodotti agricoli “rimpiazzati” verrebbero comunque coltivati altrove. Una tendenza che potrebbe far aumentare le emissioni di gas serra a causa del trasporto ed immagazzinamento di questi alimenti.".
Antenna
Sembra, secondo notizie dell'ultimo minuto, che la Conferenza dei Servizi sia stata rinviata a data da destinarsi, in ogni caso, come per la centrale abbiamo provveduto ad inviare diffida a SUAP e Comune per ricordare di porre la massima attenzione sulla questione sanitaria e sul diritto dei terzi.
Non siamo ancora riusciti ad avere l'accesso agli atti per esaminare la documentazione tecnica, l'unico dato noto è l'ubicazione approssimativa (Via San Marco, vicino al depuratore) e l'altezza (24 metri).
Purtroppo per un contrattempo, l'
avvocato Corrado Canafoglia, chiamato a parlare dell'argomento non è potuto intervenire ma l'onnipresente Adriano Mei che segue e coordina i comitati della Valmetauro ha comunque speso una decina di minuti abbondanti per parlare dell'argomento.
Sicuramente la notizia del rinvio della Conferenza dei Servizi ci da più tempo per poter valutare la documentazione non appena ci verrà concesso di ottenerla ed essere più precisi nelle notizie future.
Concludiamo ricordando che le iscrizioni al Comitato sono sempre aperte e chi volesse far parte in maniera attiva, non limitandosi alla sola firma sul modulo, può contattarci per avere maggiore informazioni in merito.
Diffida per l'antenna
(inviata il 01/08/2012)