venerdì 10 agosto 2012

Comunicato stampa 2/2012

Eravamo presenti alla riunione di giovedì 9 agosto 2012 convocata dal Comune di Cartoceto per esporre l'esito della Conferenza dei Servizi.

Prendiamo atto della posizione assunta della Giunta Comunale nei confronti del Comitato "Lucrezia è Natura". Non riteniamo opportuno cogliere alcuna delle provocazioni e delle accuse lanciate nei nostri confronti, non ci interessa.

Siamo convinti che i cittadini sappiano riconoscere e attribuire in autonomia i meriti a chi si è impegnato. Resta il fatto che senza l’informazione e l’imponente mobilitazione dei cittadini che si sono trovati a combattere per difendere i propri diritti, senza secondi fini politici o di altra natura, forse non si sarebbe dedicata l'attenzione necessaria al caso biogas e forse qualcuno degli impianti presentati sul nostro territorio, magari in sordina, sarebbe stato autorizzato e costruito senza alcuna comunicazione preventiva.

Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che ci sostengono sottolineando che il Comitato vigilerà sul procedimento fino alla sua definitiva conclusione e fino allo scadere del termine per l’eventuale impugnativa dei provvedimenti emanandi nella speranza che ciò che sembra sbattuto fuori dalla porta non rientri dalla finestra.

Naturalmente non cesserà l’informazione puntuale dei cittadini sulla questione biogas e resterà alta la guardia sul progetto dell'antenna per cui non è ancora fissata la nuova data della Conferenza dei Servizi.

martedì 7 agosto 2012

Esito della Conferenza dei Servizi

Questa mattina abbiamo preso parte alla Conferenza dei Servizi sul progetto della centrale a biogas presentato a Lucrezia.

Gli enti chiamati ad esprimere il parere erano: Comune, Provincia e Vigili del Fuoco.
Nella prima fase della Conferenza la ditta proponente ha esposto a grandi linee il progetto (tutta la documentazione era già stata preventivamente spedita dal SUAP agli interessati), integrando seduta stante anche il piano del traffico.

Conclusa l'esposizione ha preso la parola la Provincia che ha elencato una serie di inesattezze riscontrate nel progetto, lamentando anche una notevole quantità di documentazioni mancanti: autorizzazione allo scarico delle acque reflue, di prima e seconda pioggia, autorizzazione per l'allaccio alle rete elettrica, misure di compensazione per il comune, schemi architettonici per i locali tecnici, relazione sismica, etc...

La parola è passata poi all'Amministrazione Comunale di Cartoceto che, fra le tante, ha indicato l'incompatibilità con il Piano Regolatore, inclusa l'ultima delibera NTA-PRG che vieta l'installazione di impianti simili in zona a tutela orientata e il contrasto tra la dichiarazione dei vigili del fuoco in cui si parla di teleriscaldamento a favore di impianti industriali e la relazione tecnica che invece prevede il recupero del calore per il complesso residenziale "Le Ville" il quale, peraltro, è già stato autorizzato senza aver indicato la presenza del teleriscaldamento.

Assenti i Vigili del Fuoco che hanno comunque fatto pervenire il parere favorevole per quanto di loro competenza.

Alla fine della Conferenza si è proceduto ad esprimere formalmente il parere per il rilascio dell'autorizzazione che quindi è risultato non favorevole da parte di Comune e Provincia.
A questo punto noi, così come le amministrazioni coinvolte, attendiamo il verbale ufficiale della Conferenza con annesso parere negativo per l'autorizzazione.

Ringraziamo il Comune di Cartoceto per la disponibilità e la collaborazione dimostrata durante la nostra battaglia di sensibilizzazione sull'argomento e soprattutto per aver risposto alla comunità in maniera tempestiva dedicando tutta l'attenzione necessaria richiesta dal caso.
Un grazie anche ai rappresentati della Provincia di Pesaro Urbino che hanno contribuito, con la meticolosità dimostrata nell'analisi dei documenti, a negare l'autorizzazione.

Ci permettiamo infine di fare da tramite invitando tutti i cittadini all'incontro pubblico indetto dall'Amministrazione Comunale il 9 agosto alle 21.15 in Piazza Giovanni Paolo II in cui verrà discusso l'esito della Conferenza.

mercoledì 1 agosto 2012

Incontro di ieri sera - Cosa abbiamo detto

Nonostante il poco tempo a disposizione per l'organizzazione, la comunicazione tramite volantini e la macchinina in stile "arrotino" di lunedì sera, all'incontro pubblico di ieri hanno partecipato comunque un centinaio di persone.

Andiamo a riepilogare per gli assenti ma anche per i presenti che magari hanno perso qualche passaggio, quello che è stato detto.

Centrale Biogas

L'ultimo incontro pubblico risale al 6 luglio scorso in cui insieme ai Comitati e alle Amministazioni di Fano e Montefelcino abbiamo fatto il punto della situazione.
In quell'occasione, avendo avuto pochi giorni prima l'intera documentazione tecnica del progetto presentato a Lucrezia, abbiamo evidenziato che la richiesta di autorizzazione comunale, visto l'assetto cogenerativo e la dimensione dell'impianto, non è legittima in quanto la cogenerazione dev'essere attuale e non futura: non è pensabile costruire l'impianto in 4 mesi dicendo che l'energia termica verrà recuperata tramite una rete di teleriscaldamento per un complesso residenziale in costruzione quando, prima di un paio d'anni, quest'ultimo non sarà completato. Senza contare poi che nell'intero progetto, manca la documentazione tecnica relativa alla rete di teleriscaldamento.

Nonostante la diffida inviata al SUAP adducendo ai motivi di cui sopra, si è proceduto a convocare la Conferenza dei Servizi, confermando quindi la volontà di portare avanti l'iter autorizzativo richiesto dal proponente.
Abbiamo quindi successivamente inviato ulteriori diffide al SUAP e ai convocati nella Conferenza dei Servizi (CdS) ribadendo la nostra opinione sulla legittimità del procedimento, chiedendo comunque, nel caso in cui si fosse realmente concretizzata la Conferenza, di esprimere dissenso al rilascio dell'autorizzazione indicando anche una serie di motivazioni a cui fare riferimento.

Lo stesso Sindaco il 6 luglio davanti alla platea ha confermato la contrarietà dell'Amministrazione a questo progetto, quindi siamo sicuri che in fase di CdS verrà mantenuta la stessa coerenza dimostrata finora.
La necessità di procedere comunque tramite inviti/diffide formali è data dal fatto che qualora, per un motivo qualsiasi, dovesse essere rilasciata l'autorizzazione, questi sono gli unici documenti che consentirebbero a noi cittadini la speranza di poter presentare e vincere un eventuale ricorso al TAR.

Ieri sera abbiamo fatto anche alcune considerazioni sia di carattere generale che specifico del progetto di Lucrezia, ne riportiamo alcune.

Nell' area dedicata al Piano Energetico Ambientale Regionale, tra i vari documenti è presente la Delibera della Giunta Regionale n.830 del 23/07/2007 in cui, nell'allegato B si parla di bioenergie.

Scendendo nel dettaglio, cito di seguito un estratto delle pagine 16/17 in cui si parla degli aspetti economici:
Da un punto di vista economico è evidente che, in genere, passando dalla destinazione alimentare a quella energetica, la convenienza economica alla coltivazione diminuisceL'eccezione è data dalla coltivazione del sorgo che, grazie alle alte produzioni, riesce ad essere concorrenziale nei confronti delle coltivazione ad uso alimentare.
Un elemento di importanza ambientale e strategica nel quadro regionale è anche l'individuazione delle aree in cui coltivare le specie energetiche.
Potrebbero essere dedicate a queste coltivazioni delle aree cuscinetto, quali ad esempio, quelle poste ai margini di linee di transito o ai margini di installazioni industriali. In questo modo, verrebbero correttamente utilizzate aree poco idonee ad altri utilizzi quali ad esempio la produzione di derrate alimentari.
Un altro aspetto essenziale è la scelta di specie che siano bene inseriti nell'ambiente: alla collina marchigiana non si adattano coltivazioni richiedenti irrigazione (come il mais, ndr), ma spedie in grado di garantire produzioni anche in annate difficili e scarsamente umide.
Ora, com'è possibile che nel 2007 la Regione Marche dicesse che non era conveniente passare dalla produzione alimentare a quella energetica, che non era il caso di utilizzare colture energetiche richiedenti irrigazione, utilizzando in ogni caso terreni "cuscinetto" e adesso, cinque anni dopo, fanno con le mani e coi piedi per autorizzare impianti che vanno in senso opposto rispetto a queste "linee guida"?

E soprattutto come mai in Italia solo negli ultimi anni si è registrata l'impennata di impianti di questo genere?
Sarà mica perchè grazie al Decreto Ministeriale 18 del 2008 è stata introdotta la tariffa omnicomprensiva che, rispetto ai certificati verdi, ha miracolosamente fatto diventare "economicamente vantaggiosi" (per 15 anni) questi impianti?

Preciso che gli incentivi statali erogati per promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili vengono prelevati forzatamente dalla bolletta dell'energia elettrica che tutti noi paghiamo (indipendentemente dal gestore) e sono indicati come componente A3, quindi siamo noi stessi ad alimentare i generosi profitti che gli imprenditori della cosiddetta "Green Economy" vedranno confluire nelle proprie tasche per 15 anni.
E dopo i 15 anni? Il GSE continuerà ugualmente a pagare l'energia prodotta ma ovviamente ad un prezzo minore (circa 0,11€ rispetto a 0,28€), allora impianti di questo genere saranno ancora convenienti? Forse se si è atteso "l'incentivo giusto" (dall'anno prossimo saranno ridotti, ecco il motivo della corsa al biogas, lamentato anche dal Presidente di Slow Food Carlo Petrini), quando questo non ci sarà più l'impianto potrebbe anche essere smantellato, riconvertito o anche abbandonato.

Noi paradossalmente siamo quelli che devono correre se vogliono fare i pannelli fotovoltaici sul tetto cercando di ammortizzare in una decina d'anni il costo dell'impianto perchè ad ogni nuovo conto energia, gli incentivi dedicati vengono ridotti quando invece avrebbe più senso direzionarli in favore dell'autoconsumo.

Noi siamo quelli con la più alta pressione fiscale del mondo ma per la serie "piove sul bagnato" si parla di aumentare l'iva al 23% dall'anno prossimo. Nel contempo la nostra politica continua a sostenere impianti simili con soldi pubblici mentre in Spagna a gennaio hanno sospeso gli incentivi alle fonti rinnovabili per la crisi economica del paese. Ma ovviamente questa è fiacca demagogia.

Noi cosa possiamo saperne di questi argomenti, cosa possiamo capirne.
Il protocollo di Kyoto ci impone di raggiungere entro il 2020 certi obiettivi e dobbiamo spingere le rinnovabili. Già, il famoso 20-20-20 significa che entro il 2020 dobbiamo ridurre del 20% il consumo energetico, produrre almeno il 20% di energia elettrica da fonti rinnovabili miste e ridurre del 20% le emissioni di gas climateranti responsabili del surriscaldamento globale.Giustissimo!
Ma gli impianti che stanno piovendo sul nostro territorio rispondono a questi requisiti? Impatto Zero? Con migliaia di camion alimentati a benzina che transiteranno avanti e indietro per il trasporto delle biomasse e del digestato verranno ridotte le emissioni di gas serra?

Rispondiamo citando gli Ecologisti Democratici di Pordenone:
 "...un impianto da 1 MWe a colture energetiche occupa come minimo 300HA per produrre circa 7 GWhe/anno, che possono essere prodotti da un impianto fotovoltaico che insiste in soli 18Ha circa (valutazione con dati di irraggiamento riferiti a Pordenone). Inoltre questo tipo di colture energetiche nella catena alimentare possono essere trasformate in carne per sfamare circa 7000 persone. Ciò imporrebbe di decentrare altrove le colture, creando un danno su scala globale, con il potenziale ulteriore danno di utilizzo di prodotti OGM.Occorre poi annotare che, in assenza di regolamentazione del settore, entro il 2020 l’Italia potrebbe diventare il quarto produttore in Europa di gas-serra legati ai biocarburanti, con una produzione di emissioni che potrà variare dai 2,6 ai 5,2 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Questa tecnologia rischia infatti di essere fino al 167% più inquinante dei combustibili fossili che si intende sostituire. I guasti ambientali sarebbero dovuti innanzitutto alle grandi quantità di fertilizzanti chimici utilizzati nelle monoculture ed al massiccio uso di energia nelle fasi di trasformazione. Inoltre i prodotti agricoli “rimpiazzati” verrebbero comunque coltivati altrove. Una tendenza che potrebbe far aumentare le emissioni di gas serra a causa del trasporto ed immagazzinamento di questi alimenti.".
Antenna

Sembra, secondo notizie dell'ultimo minuto, che la Conferenza dei Servizi sia stata rinviata a data da destinarsi, in ogni caso, come per la centrale abbiamo provveduto ad inviare diffida a SUAP e Comune per ricordare di porre la massima attenzione sulla questione sanitaria e sul diritto dei terzi.

Non siamo ancora riusciti ad avere l'accesso agli atti per esaminare la documentazione tecnica, l'unico dato noto è l'ubicazione approssimativa (Via San Marco, vicino al depuratore) e l'altezza (24 metri).

Purtroppo per un contrattempo, l'avvocato Corrado Canafoglia, chiamato a parlare dell'argomento non è potuto intervenire ma l'onnipresente Adriano Mei che segue e coordina i comitati della Valmetauro ha comunque speso una decina di minuti abbondanti per parlare dell'argomento.

Sicuramente la notizia del rinvio della Conferenza dei Servizi ci da più tempo per poter valutare la documentazione non appena ci verrà concesso di ottenerla ed essere più precisi nelle notizie future.

Concludiamo ricordando che le iscrizioni al Comitato sono sempre aperte e chi volesse far parte in maniera attiva, non limitandosi alla sola firma sul modulo, può contattarci per avere maggiore informazioni in merito.

Diffida per l'antenna
(inviata il 01/08/2012)